Il Dottore Risponde

In questa pagina troverai alcune delle domande più comuni, suddivise per tematiche. Se non riesci a trovare risposta ai tuoi dubbi o hai bisogno di una consulenza, non esitare a contattare lo studio Arrigoni Dalle Mule, saremo lieti di aiutarti!

Prevenzione, pulizia, igiene
Quali sono gli strumenti per una corretta pulizia dei denti?

Esistono numerosi strumenti per la pulizia dei denti, ma i più importanti sono sicuramente lo spazzolino e il filo interdentale. Questi due strumenti permettono la rimozione meccanica della placca batterica, riducendo il rischio dell’infiammazione delle gengive. Nello specifico, lo spazzolino ideale dovrebbe avere un’appropriata dimensione del manico e della testina in rapporto alla dimensione della bocca e alle capacità del soggetto, setole a testa arrotondata in nylon o poliestere. Al momento, non esiste una tecnica di spazzolamento migliore delle altre. In linea generale, bisognerebbe lavare i denti almeno 2 volte al giorno, per almeno 5 minuti, cercando di seguire un “circuito di spazzolamento” e muovendo la testina dal “rosa” (gengiva) al “bianco” (dente). Importantissimo l’utilizzo del filo interdentale o simili (scovolino, in presenza di spazi interdentali ampi e mai nei settori anteriori della bocca), senza l’utilizzo dei quali 2 delle 5 superfici del dente non verrebbero pulite adeguatamente.

È meglio utilizzare uno spazzolino elettrico o uno manuale?

Gli spazzolini elettrici a testina tonda, che eseguono un movimento rotatorio-oscillante, sono più efficaci nella rimozione di placca e nella riduzione del sanguinamento gengivale rispetto agli altri spazzolini elettrici e agli spazzolini manuali. Ovviamente, al pari della metodica manuale, l’istruzione al corretto uso dei sistemi elettrici risulta di fondamentale importanza per la rimozione ottimale della placca batterica e per ridurre la probabilità di insorgenza di fenomeni indesiderati, quali abrasioni cervicali e recessioni gengivali.

Cos’è il fluoro e a cosa serve?

Lo smalto dei denti è per natura costituito da idrossiapatite, che nel processo carioso viene distrutta dalle sostanze acide liberate dai batteri. Il Fluoro è una sostanza presente in natura, non un farmaco, che se assunto con regolarità nelle prime fasi di vita fa sì che lo smalto diventi più resistente alla sostanze acide, quindi più resistente alla carie. Il fluoro si trova nell’acqua potabile, nell’acqua minerale, in bevande, cibi, dentifrici, gel e collutori. Secondo le normative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità l’uso quotidiano di dentifrici al fluoro a partire già dai 6 mesi di vita, eventualmente integrati con l’applicazione professionale di gel e vernici nei pazienti che hanno una maggior tendenza alla carie, è dimostrato essere in grado di rendere i denti più resistenti riducendo l’incidenza della patologia cariosa. Chiedete al vostro dentista come potete agire e quando.

Carie
Come si forma la carie e perché?

La carie origina dalla placca, una pellicola bianco-giallastra presente nel cavo orale, composta da batteri, residui di cibo e saliva. Si attacca ai denti, soprattutto nei punti in cui la pulizia risulta più difficile (solchi dentali della superficie masticatoria del dente, gli spazi interdentali ed il bordo gengivale). I batteri presenti nella placca trasformano gli zuccheri presenti nel cibo in acidi, i quali aggrediscono prima lo strato più superficiale del dente (lo smalto) e successivamente quello sottostante (la dentina).

Si forma quindi una caratteristica cavità (la carie) che origina dalla superficie e procede in profondità fino alla porzione più interna del dente (la polpa) causando dolore. La carie, promossa da una scarsa igiene orale, può ingrandirsi determinando la distruzione progressiva del dente. Un dente attaccato dalla carie non guarisce quasi mai da solo.

Quando la carie è in fase iniziale e limitata allo smalto questo si presenta di colore bianco pallido e liscio, diventando ruvido in una fase più avanzata. Attraverso una corretta igiene orale (con prodotti a base di fluoro) e limitando l’assunzione di zuccheri, è ancora possibile un processo di “autoguarigione” del dente.

Se la carie non viene curata in questo stadio progredisce, forma una cavità nello smalto e raggiunge la dentina. In questo strato del dente sono presenti i tubuli dentinali che comunicano con la polpa, sede dei nervi dentali. Il dente diventa quindi sensibile al caldo, al freddo e ai cibi dolci. La carie può poi raggiungere la parte più interna del dente (la polpa dentale) e provocare un’infiammazione, spesso molto dolorosa, che può portare alla devitalizzazione del dente.Da notare a questo proposito che la carie attacca indifferentemente e con la stessa intensità sia denti sani, sia denti precedentemente curati o devitalizzati.

Come si cura la carie?

La carie si cura con la tecnica conservativa. Questa disciplina si occupa della rimozione della carie e della ricostruzione di ciò che è andato perso. La ricostruzione viene effettuata con otturazioni di resina composita, un materiale resistente ed esteticamente molto simile al colore del dente. Qualora la carie avesse aggredito gran parte del dente, l’otturazione non è più possibile e si procede con l’intarsio in resina composita o in ceramica. L’intarsio è un dispositivo protesico che risulta essere una via di mezzo tra l’otturazione e la corona (o capsula). Può essere utilizzato sia sul dente vivo che sul dente devitalizzato, che non è più innervato, ma che può comunque cariarsi.

Viene preparato con sofisticate apparecchiature e successivamente cementato con specifiche tecniche e materiali adesivi.

Nei denti anteriori (incisivi e canini), con gli stessi materiali e procedure degli intarsi, vengono eseguite le faccette (veenering) che ripristinano situazioni esteticamente compromesse in seguito a carie o traumi. Le faccette vengono consigliate anche nei casi in cui si voglia migliorare l’aspetto del proprio sorriso

Impianti dentali
In cosa consiste l'intervento per applicare gli impianti dentali? E’ doloroso?

L’intervento per il posizionamento di un impianto viene effettuato in anestesia locale, esso prevede una anestesia sovrapponibile a quella effettuata per una cura dentale e non è doloroso.

Durante l’intervento, l’implantologo incide la gengiva a livello dell’osso mascellare e con una piccola punta rotante irrigata con acqua fredda, vi pratica un foro profondo qualche di millimetro, in cui inserisce l’impianto. L’impianto grazie al fenomeno dell’osteointegrazione, si integra nell’osso, assumendo una notevole stabilità.

Successivamente sull’impianto viene applicata la corona dentale mediante un pilastro che lo collega alla cavità orale, consentendogli di svolgere la funzione masticatoria oltre che ristabilire l’estetica.

In situazioni cliniche favorevoli, si può posizionare un impianto contestualmente all’estrazione di un dente non mantenibile: in questo caso l’implantologo senza necessariamente incidere la gengiva effettua l’estrazione del dente e attraverso un’opportuna modifica dell’alveolo che conteneva il dente con una fresa, posiziona l’impianto più idoneo per dimensioni e forma.

In presenza di elevati valori di stabilità dell’impianto è possibile procedere alla presa di una impronta e alla realizzazione immediata di una protesi.

Tutto questo con indubbi vantaggi per il paziente in termini di riduzione dei tempi complessivi del trattamento, oltre che di miglioramento del comfort.

Nei protocolli operativi che prevedono una riabilitazione protesica fissa dell’arcata dentaria edentula o con dentatura residua compromessa e non recuperabile, sostenuta da 4-6 impianti con carico funzionale immediato, l’intervento è più lungo ed impegnativo tale da richiedere (in alcuni casi) l’affiancamento della sedazione cosciente alla anestesia locale.

In linea generale negli interventi per il posizionamento di impianti il post-operatorio decorre con lieve gonfiore, ridotto, dall’applicazione di ghiaccio e una dolorabilità di debole intensità controllata dall’assunzione di antidolorifici.

Quali sono i vantaggi degli impianti?

Il vantaggio più grande degli impianti è rappresentato dalla possibilità, in presenza di una adeguata disponibilità di osso, di inserire sempre uno o più impianti nell’osso mascellare in sostituzione delle radici dentarie andata perdute e riabilitare il paziente con dei denti fissi, senza intaccare o ancorarsi ai denti vicini. Tutto questo può realizzarsi sia in presenza di una edentulia parziale, senza necessità di limare i denti adiacenti che rimangono integri e non devono essere limati, sia nelle edentulie complete.

In passato infatti, i denti mancanti potevano essere sostituiti unicamente con protesi fisse tradizionali ancorate ai denti adiacenti con grosso sacrificio di tessuto dentale, in alcuni casi sano, oppure in mancanza di elementi dentari residui validi da un punto di vista dell’ancoraggio con protesi rimovibili.

Inoltre, numerosi studi clinici hanno dimostrato che, in situazioni cliniche favorevoli, si possono ottenere elevati livelli di successo per impianti posizionati contestualmente alla estrazione di un dente non mantenibile ed in presenza di elevati valori di stabilità è possibile il posizionamento della protesi al momento dell’inserimento dell’impianto. Tutto questo con indubbi vantaggi per il paziente in termini di riduzione dei tempi e dei costi complessivi del trattamento, oltre che di miglioramento del comfort.

 

Ancora, nei pazienti edentuli o con dentatura residua compromessa e non recuperabile sono stati messi a punto protocolli operativi che prevedono la stabilizzazione della protesi totale o la realizzazione una riabilitazione protesica fissa sostenuta da 4-6 impianti anche post-estrattivi e con carico funzionale immediato. Studi clinici e istologici a lungo termine hanno verificato che, specie nelle riabilitazioni mandibolari, la procedura di carico immediato con protesi totale fissa a sostegno implantare è una procedura predicibile e con elevate percentuali di successo.

Inoltre, gli impianti dentali osteointegrati, come le radici naturali dei nostri denti sono in grado di trasmettere le sollecitazioni meccaniche delle protesi sostenute all’osso (forze tensive) contribuendo al mantenimento e alla conservazione dell’osso mandibolare o mascellare.

Per contro le protesi mobili trasmettono all’osso sottostante sollecitazioni meccaniche (forze compressive) che facilitano i processi di atrofia tipici della edentulia completa.

Quali sono gli svantaggi degli impianti?

Gli svantaggi degli impianti sono rappresentati dalla necessità di sottoporsi ad un intervento chirurgico per l’inserimento, dai tempi più lunghi e da costi talvolta più sostenuti rispetto alla protesi tradizionale. Maggiore suscettibilità alle infezioni in presenza di scarsa igiene orale.

Per inserire un impianto è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico al quale possono seguire dei disturbi post-intervento (gonfiore e dolore nella parte interessata).

I tempi di riabilitazione rispetto alla protesi tradizionale sono più lunghi, specie laddove si rispetti un protocollo standard che prevede il completamento del processo di osteointegrazione degli impianti (da 4 a 6 mesi) prima di procedere alla applicazione della protesi.

La protesi su impianti può risultare più costosa rispetto ad altri tipi di protesi.

Pur essendo le percentuali di successo comprese tra il 91 ed il 95%, anche nella terapia implantologica esistono rischi di insuccesso, legati per lo più al mancato controllo sul fumo ed alla capacità del paziente di mantenere una buona igiene orale.

Gli impianti dentali non sono soggetti a malattie come la carie, tuttavia sono soggetti ad accumulo di placca, tartaro ed infiammazioni come avviene per i denti naturali. Le infiammazioni sono caratterizzate da sanguinamento delle gengive, formazione di tasche mucose intorno all’impianto e riassorbimenti dell’osso peri-implantare, con possibile perdita dell’impianto. Inoltre In caso di igiene orale insufficiente, gli impianti dentali sono molto più soggetti alle infezioni (perimplantiti) rispetto ai denti naturali.

Quanto dura un impianto?

Un impianto è una vite in titanio che inserita nell’osso, grazie al fenomeno dell’osteointegrazione si integra, assumendo una notevole stabilità. A differenza dei denti naturali gli impianti dentali non sono soggetti a malattie come la carie, tuttavia sono soggetti ad accumulo di placca, tartaro ed infiammazioni come avviene per i denti naturali.

 

Numerosi studi, a lungo termine, effettuati su pazienti sottoposti a terapia implantare hanno dimostrato che, indipendentemente dal sistema implantare utilizzato, la durata degli impianti moderni è elevata. Dopo dieci anni la percentuale di successo è compresa tra il 91 ed il 95%.

Il successo della terapia implantare dipende, tuttavia dal mantenimento di un buono stato di salute sistemica (controllo glicemico nei casi di diabete mellito), dal controllo del fumo, (nei soggetti fumatori di più di dieci sigarette al giorno, il rischio di perdita degli impianti è significativamente maggiore) e dal mantenimento di un buon livello di igiene orale.

Ci sono limiti di età per sottoporsi ad un intervento di implantologia?

Gli impianti sono stati ideati come soluzione riabilitativa per pazienti della terza età. L’età avanzata non è di per sé una controindicazione all’intervento. Si deve valutare per ogni singolo caso la condizione psicofisica individuale.

Viceversa, si raccomanda di non applicare impianti dentali a pazienti la cui crescita scheletrica non sia completa, ovvero di età inferiore 17-19 anni (rispettivamente per donne e uomini).

Quali sono gli esami radiografici utili per la visita per gli impianti?

Ai fini implantari, la visita richiede una serie di valutazioni radiografiche per valutare la sede implantare.

Tali esami possono comprendere radiografie endorali, radiografia ortopanoramica e tomografia computerizzata. Quest’ultimo esame permette di fare una valutazione tridimensionale dei volumi ossei. Gli esami radiografici permettono di valutare la quantità di osso residuo ed il rapporto con strutture anatomiche importanti come il pavimento del seno mascellare, le fosse nasali e nervo alveolare inferiore.

Mi mancano i denti posteriori nell’arcata superiore, posso fare gli impianti?

L’edentulia multipla distale bilaterale è una situazione clinica di edentulia parziale che vede la contemporanea mancanza di più denti nei settori posteriori, destro e sinistro di un’arcata dentaria. Indipendentemente dal numero di denti mancanti, in tale tipo di edentulia non sono presenti denti residui posteriori.

In passato con questo tipo di edentulia i denti mancanti potevano essere sostituiti unicamente con protesi rimovibili a seguito della mancanza di elementi dentari residui posteriormente alle aree edentule che potessero fungere da supporto per una protesi fissa tradizionale.

Oggi in presenza di una buona disponibilità di osso è possibile inserire uno o più impianti nell’osso mascellare in sostituzione delle radici dentarie andata perdute.

Gli impianti inseriti nell’osso, grazie al fenomeno dell’osteointegrazione, si integrano nello stesso, assumendo una notevole stabilità.

Successivamente, su queste radici artificiali, vengono applicate la corone dentali mediante un pilastro che collega la “radice” alla cavità orale e consentono agli impianti di svolgere la funzione masticatoria con una restaurazione protesica fissa.

Quali sono le più importanti contro-indicazioni alla terapia implantare legate al paziente in generale?

Le controindicazioni possono essere legate a fattori di rischio del paziente come gravi patologie sistemiche (es. diabete scompensato, forte fumatore, immuno-depressione, gravi malattie neurologiche), assunzione di farmaci (es. terapia antiblastica) che controindicano la chirurgia in genere o la crescita del paziente non ultimata.

Quali sono le più importanti contro-indicazioni alla terapia implantare legate alla bocca del paziente?

Le controindicazioni legate alla bocca del paziente possono essere legate a fattori locali quali parodontite non trattata, patologie dei mascellari, malattie delle mucose, spazio non adeguato per l’inserimento della corona dentale, volume osseo insufficiente e non incrementabile, igiene orale inadeguata.

Quali sono i più importanti fattori di rischio implantari?

Il fumo, il diabete non controllato, la parodontite non trattata ed il livello di igiene orale sono i fattori maggiormente associati al rischio fallimento/complicanza

Il fumo è una controindicazione assoluta all’implantologia?

No, l’implantologia appare essere controindicata nei forti fumatori (> 10 sigarette al giorno), ma è molto importante cercare di ridurre il numero di sigarette o eliminare completamente il fumo per favorire la salute a lungo termine degli impianti.

Nel caso non ci sia sufficiente osso, è possibile eseguire la chirurgia implantare?

Di solito è comunque possibile. L’osso può infatti essere ricostruito mediante moderne tecniche rigenerative che prevedono generalmente l’utilizzo di membrane ed innesti di materiale biocompatibile (biomateriali).

Endodonzia, Cura canalare, Devitalizzazione
Cos’è un trattamento endodontico, o cura canalare o “devitalizzazione” del dente?

Il trattamento endodontico consiste nella rimozione della polpa (il tessuto molle interno al dente) infiammata e infetta a causa di un danno provocato da una carie profonda, dall’esito di interventi sul dente, o da un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato frattura o scheggiatura o incrinatura profonda. La polpa viene sostituita con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.

Quando si rende necessario un trattamento endodontico?

A perturbare lo stato di salute pulpare possono intervenire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie dentaria, ossia la decalcificazione e distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per l’azione di microrganismi presenti nella placca batterica. Se non si interviene tempestivamente la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce e approfondisce ed estende finché la polpa viene raggiunta dai batteri con trasformazioni irreversibili dovute all’infezione. Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente evitando l’estrazione è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente devitalizzazione. In generale l’Endodonzia mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave della loro struttura che ha portato all’infezione e alla necrosi della polpa, con ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?

Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima.

La Cura Canalare può far male?

Durante il trattamento endodontico il dolore è sotto controllo grazie all’anestesia locale. Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno fastidioso, può essere presente dopo la terapia, ma è facilmente controllabile con un comune analgesico. Raramente, in radici particolarmente infette, può svilupparsi un ascesso con dolore e gonfiore a causa del passaggio di batteri nell’osso che circonda le radici. L’insorgenza di queste complicanze non pregiudica necessariamente il successo del trattamento in corso.

Protesi mobili e fisse
Come va pulita la protesi?

Come i denti naturali, anche la protesi mobile deve essere spazzolata dopo ogni pasto, in modo da rimuovere ogni deposito di cibo e placca; è preferibile usare uno spazzolino apposito per protesi mobili o comunque uno spazzolino con setole morbide, le setole dure potrebbero infatti danneggiarla. Sciacquarla in modo da eliminare i residui di cibo, poi con lo spazzolino bagnato applicare il prodotto detergente (dentifricio, sapone neutro), spazzolando gentilmente tutte le superfici. Quando togliamo la protesi mobile va messa in un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente (non calda) o avvolta in una salvietta inumidita; lasciar seccare la protesi mobile e/o metterla in acqua calda può provocarne la deformazione. Utilizzare pastiglie effervescenti può costituire un valido aiuto per la pulizia della protesi mobile; ovviamente questi non sostituiscono l’uso quotidiano dello spazzolino. La protesi mobile è molto delicata e può rompersi anche cadendo da pochi centimetri; quando la si toglie dalla bocca per le manovre di pulizia e igienizzazione è consigliabile mettersi sopra ad un lavandino riempito d’acqua o sopra ad un asciugamano piegato in modo da evitare spiacevoli sorprese in caso di caduta accidentale.

Con la protesi mobile sono necessarie delle visite di controllo?

Visite di controllo regolari sono fondamentali per permettere al vostro dentista di controllare sia la salute della vostra bocca, sia la stabilità della vostra protesi mobile; una protesi mobile non aderente e instabile è causa di riassorbimento osseo e modificazioni anatomiche molto più rapidamente di una aderente e stabile.

Ogni quanto una protesi mobile va sostituita?

Non esiste una regola precisa perché sono molti i fattori che possono determinare una maggiore o minore usura della protesi (abitudini viziate quali il bruxismo, una dieta a base di cibi particolarmente consistenti e duri ad esempio possono determinare una usura dei denti della protesi anche molto rapida tanto da renderne necessaria la loro sostituzione). In condizioni standard una protesi normalmente ha bisogno di essere sostituita ogni 6-8 anni circa ma sarà il dentista a consigliare quando.

Mi abituerò alla protesi mobile?

Ci vorranno alcune settimane per abituarsi alla nuova protesi mobile. Muscoli di lingua e guance hanno bisogno di adattarsi . Nella fase iniziale potrebbero presentarsi piccole vesciche o irritazioni, aumento di produzione di saliva e una sensazione di bocca piena. con il passare del tempo questi disagi tenderanno a sparire.

Riuscirò a mangiare con la protesi mobile?

Sostituire i denti mancanti, dovrebbe rendere il mangiare più agevole e piacevole, tuttavia inizialmente richiederà un po’ di pratica.

Consigli:

  • Iniziate con una dieta liquida/semiliquida (es. brodo, gelato, yogurt, crema di riso, passato di verdura, semolino, omogeneizzati di carne, purea, frutta e verdura cotta), introducendo gradualmente cibi soffici e/o tagliati a piccoli pezzi (es. latte con biscotti inzuppati, carne macinata, carne macinata, frutta a pezzi). Dalla seconda settimana introdurre cibi più consistenti (es. latte con cereali, pasta, carne a piccoli pezzi, insalata, pomodori, uova, verdura tenera, frutta)
  • Masticate lentamente usando contemporaneamente ambedue i lati della bocca in modo da ridurre lo spostamento della protesi.
  • Evitate di usare i denti incisivi per mordere i cibi
  • Evitate cibi troppo caldi e/o troppo duri.
Cambierà il mio modo di parlare con la protesi mobile?

Inizialmente sarà necessario un po’ di esercizio per la pronuncia di alcune parole: potete aiutarvi leggendo e ripetendo a voce alta le parole più difficili, eventualmente davanti ad uno specchio. Se vi accorgete che parlando la protesi fa dei clicks, parlate più lentamente. Potrà accadere che la vostra protesi si muova quando ridete o quando avete dei colpi di tosse: riposizionatela chiudendo delicatamente la bocca e deglutendo. Giorno dopo giorno vi abituerete alla nuova protesi e parlerete in modo sempre più chiaro e naturale.

Cambierà il mio aspetto con la protesi mobile?

Fornendo un sostegno a labbra e guance , la protesi mobile totale darà al vostro viso un aspetto più giovanile, migliorerà il vostro sorriso ed il vostro profilo. Parlate con il vostro dentista per scegliere insieme forma, colore e grandezza dei denti in modo che si adattino al meglio al vostro viso.

Devo portare la protesi mobile sempre?

I primi giorni è consigliabile portare la protesi il più a lungo possibile in modo da permettere alla vostra gengiva e alla muscolatura della vostra bocca di abituarsi alla nuova protesi.

Ortodonzia, apparecchi mobili e fissi
A che età è consigliabile fare la prima visita ortodontica?

Si consiglia di effettuare la prima visita dai 3 ai 6 anni, quando tutti i denti da latte sono ancora presenti in bocca. Questo ha lo scopo di “intercettare” eventuali disarmonie dentali e/o scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, difficilmente possono essere risolte più tardi. Una visita in età precoce diventa inoltre importante per verificare lo stato di salute dentale e le corrette procedure di igiene orale.

Quanto dura mediamente un trattamento ortodontico?

La durata complessiva della terapia ortodontica è variabile: dipende dalla gravità delle malocclusioni, dall’età del paziente e dal grado di collaborazione. Il trattamento in ortodonza intercettiva può avere una durata di circa 1-2 anni, la terapia in dentizione permanente può durare dai 6 mesi nei casi più semplici ai 2 anni ed oltre per quelli più complessi.

Quali sono gli strumenti per una corretta pulizia dei denti, in presenza dell’apparecchio?

In presenza dell’apparecchio ortodontico, tanto più facile è l’accumulo di placca e residui di cibo, tanto più difficile risulta la pulizia dei denti. Per questo, oltre agli strumenti comunemente utilizzati (spazzolino e filo interdentale), può essere molto utile l’utilizzo degli scovolini e degli irrigatori orali. Lo scovolino è particolarmente utile nei pazienti portatori di apparecchio fisso su tutti i denti, da utilizzare “in verticale” tra un attacco e un altro, dietro il filo ortodontico; l’irrigatore orale può essere utilizzato nei pazienti portatori di apparecchio fisso sul palato, da utilizzare “a basso getto”.

Un trattamento ortodontico è doloroso?

Normalmente no. La terapia può recare un lieve fastidio subito dopo il posizionamento, a causa della forza di tensione tra filo e bracket. Inoltre la presenza di attacchi metallici a

contatto con labbra e guance può causare piccole lesioni o afte; generalmente dopo alcuni giorni il paziente si abitua e il fastidio scompare. L’ortodontista può consigliare

l’applicazione di cera ortodontica sui brackets o prescrivere medicamenti lenitivi appositamente formulati. In alcune fasi di attivazione dell’apparecchio è possibile sentire un

leggero fastidio che dura qualche giorno; se non sopportabile può essere controllato con comuni farmaci antinfiammatori.

Il dentista e i bambini: gravidanza e pedodonzia
Come salvaguardare la salute orale in gravidanza? Ci sono rischi?

Carie, erosione dello smalto, infiammazione delle gengive, malattia parodontale: sono tutte malattie orali che possono manifestarsi di frequente durante la gravidanza, queste condizioni possono avere conseguenze negative anche per la salute del feto e del bambino. Fondamentale quindi porre molta attenzione anche alla salute di bocca e denti durante i nove mesi di gravidanza.

Denti e gengive possono più facilmente ammalarsi a causa di modificazioni ormonali e della risposta immunitaria e, per esempio, può manifestarsi un’infiammazione delle gengive; problemi come l’iperemesi gravidica o la malattia da reflusso esofageo, invece, possono provocare l’erosione dello smalto e l’aumento del rischio di carie.

Teniamo presente il fatto che quanto più sono estese e numerose le carie materne, tanto più aumenta la possibilità di trasmissione di batteri responsabili di carie e malattia parodontale al bambino appena nato. Prendersi cura dei denti durante la gravidanza promuove dunque anche la salute del proprio bambino!

Episodi ripetuti di vomito e nausea possono provocare la demineralizzazione dei denti, con erosione dello smalto e aumento del rischio di carie, alcuni comportamenti virtuosi possono ridurre tale rischio:

  • Alimentarsi spesso con piccole quantità di cibo nutriente. Bere abbondantemente durante l’intero arco della giornata.
  • Dopo il vomito, risciacquare la bocca con acqua e bicarbonato (ne basta un cucchiaino): questa soluzione aiuta a neutralizzare l’acidità dell’ambiente orale.
  • Dopo mangiato, masticare chewing gum senza zucchero o con xilitolo.
  • Utilizzare spazzolini da denti delicati e dentifrici al fluoro non abrasivi: in questo modo si evitano danni alle superfici dei denti rese più delicate dalla demineralizzazione (lasciar passare una mezz’ora dal pasto prima di lavarsi i denti).
  • Il fumo in gravidanza è un fattore di rischio ancora più importante: prenditi cura di te stessa e del tuo bambino: NON FUMARE
È consigliato somministrare fluoro ai bambini?

Ricerche hanno dimostrato che il fluoro è efficace nella prevenzione delle carie quando è presente nella cavità orale in modo costante e a basse concentrazioni. Fonti di fluoro possono essere l’acqua fluorata, il sale, il latte, colluttori e dentifrici. Per persone ad alto rischio di carie, possono essere necessarie misure addizionali. L’uso moderato di fluoro è particolarmente indicato sotto i 6 anni di età, durante il periodo di formazione dello smalto dei denti anteriori. Il consumo eccessivo di fluoro può portare degli effetti collaterali indesiderati. L’esperienza ha dimostrato che non è possibile raggiungere un’efficace prevenzione delle carie mediante il fluoro, senza avere alcuni gradi di fluorosi (che si manifesta con macchie bianche-marroni sulla superficie dei denti), a prescindere dalla modalità di assunzione.

È consigliato sigillare i denti?

È raccomandata una valutazione visiva alla ricerca di cavità sulle superfici, la pulizia con spazzolino o strumenti professionali e l’applicazione di sigillature sulle superfici sane e lesioni iniziali. Queste raccomandazioni sono valide anche quando non è possibile assicurare dei controlli a distanza del bambino.

Quali sono le età in cui spuntano i denti?

Normalmente, i denti erompono nel seguente ordine:

  • Denti da latte: 6 mesi – 3 anni
  • Primi denti permanenti (incisivi e primi molari): 6 – 8 anni
  • Altri denti permanenti (canini, premolari e secondi molari): 10 – 13 anni
  • Terzi molari o denti del giudizio: variabile

Esiste una certa variabilità individuale nell’eruzione dei denti (più o meno 6 mesi). Al di fuori di questa variabilità, è bene consultare un professionista per un controllo.

Com’è possibile che differenti professionisti mi abbiano proposto differenti piani di trattamento per mio/a figlio/a?

Esistono varie filosofie e tecniche ortodontiche. Non esiste una tecnica migliore, purchè vengano ricercati gli stessi obiettivi di trattamento e la massima evidenza scientifica.

Mio figlio ha rotto un dente! Cosa devo fare?

Non è infrequente che un bambino possa subire un trauma a livello dei denti, o giocando, o facendo sport o in un incidente.

In qualsiasi caso chiamate il vostro dentista che lo visiterà in giornata.

Nel frattempo dovete lavare la ferita con acqua corrente. Generalmente il trauma interessa anche i tessuti molli, quindi anche le labbra e le gengive devono essere lavate con cura.

Cercate di arrestare l’eventuale sanguinamento comprimendo con una garza l’area traumatizzata.

Controllate se i denti sono integri o si sono rotti. Nel secondo caso cercate il frammento e mettetelo in soluzione fisiologica, nella saliva o nel latte e portatelo al dentista.

Qualora il trauma avesse portato alla perdita di tutto il dente (avulsione) è importante che voi riusciate a raggiungere il dentista nel più breve tempo possibile. Nel frattempo conservatelo in ambiente umido, saliva o soluzione fisiologica.

Come influisce l’alimentazione sulla salute dei denti?

L’alimentazione ha un ruolo determinante nella prevenzione della carie e quindi nella salute orale del bambino. Esistono cibi che sono più “pericolosi” di altri ricchi in carboidrati e zuccheri. È necessario fare attenzione ad esempio all’assunzione di alcuni frutti, particolarmente ricchi di zuccheri, alle bibite zuccherate e ai succhi di frutta. Eliminare tutti questi alimenti non è corretto, ma potete insegnare ai vostri figli alcune regole importanti come: – lavarsi i denti dopo aver mangiato, anche dopo la merenda- preferire l’uso della cannuccia bevendo bibite o succhi di frutta – cercare di contenere la frequenza delle assunzioni di questi alimenti Non dimenticate infine che l’azione cariogena non è legata solo al quantitativo di zuccheri o carboidrati contenuti in un cibo o in una bevanda, ma anche al suo grado di acidità. Tutte le bevande gassate o gli integratori per gli sportivi, il the’ e tutti i preparati liofilizzati sono estremamente dannosi per i denti dei vostri figli, come per i vostri.

Parodontologia, gengive, problemi gengivali
Quali sono i segnali che possono far sospettare la presenza di un problema gengivale?

I campanelli d’allarme che possono far sospettare la presenza di un problema gengivale sono diversi:

  • le gengive sono arrossate;
  • le gengive sono gonfie e hanno una consistenza molle;
  • stimoli modesti, come lo spazzolamento o la masticazione di cibi duri, le fanno sanguinare;
  • le gengive danno sensazioni fastidiose o dolorose;
  • si sente frequentemente un cattivo odore o sapore.
Abitudini alimentari, fumo e salute dentale
Come influisce l’alimentazione sulla salute dei denti?

L’alimentazione ha un ruolo determinante nella prevenzione della carie e quindi nella salute orale. Se la nostra dieta è povera di determinate sostanze nutrienti, oppure l’assunzione di cibi è senza regole avremo come conseguenza la comparsa di carie, placca alito cattivo e numerose patologie che colpiscono denti e gengive. Esistono cibi che sono più “pericolosi” di altri, ricchi in carboidrati e zuccheri, ma  l’azione cariogena non è legata solo al quantitativo di zuccheri o carboidrati contenuti in un cibo o in una bevanda, ma anche al suo grado di acidità, ad esempio, tutte le bevande gassate o gli integratori per gli sportivi, il the’ e tutti i preparati liofilizzati sono estremamente dannosi per i denti.

Quali cibi rovinano di più i denti?

Per avere un sorriso smagliante è raccomandato, oltre all’igiene dentale domiciliare e professionale, prestare attenzione nell’assunzione di quei cibi dannosi per lo smalto dentinale di cui trovate un elenco di seguito. È importante sapere che eliminare completamente tutti questi cibi dalla nostra alimentazione sarebbe sbagliato (alcuni di essi hanno proprietà positive per la salute dell’organismo) ma esistono alcune indicazioni e consigli per ‘limitare i danni’ legati all’assunzione di questi cibi pericolosi per il nostro sorriso.

  • Bevande zuccherate, gassate e colorate artificialmente: non salutari in generale, sono un concentrato di zuccheri e acidi particolarmente pericoloso per i denti.
  • Caramelle e confetture varie: le caramelle sono piene di zucchero che è la principale causa della carie. Inoltre, se si fermano negli spazi interdentali favoriscono la proliferazione dei batteri in tutto il cavo orale. Peggiori tra le caramelle sono i lecca-lecca perché vengono tenuti in bocca molto a lungo
  • Biscotti e merendine industriali
  • Succhi, aceto, pomodoro, uva e agrumi per il loro potere demineralizzante: acido citrico, basso PH e acidi forti sono le principali  cause dell’erosione dello smalto dentale.
  • Caffè e thè: gli acidi tannici contenuti nel caffè e nel thè macchiano lo smalto del dente
  • Vino: gli acidi contenuti nel vino rosso o bianco logorano la superficie dentale rendendola debole e più predisposta a macchiarsi.
  • Zucchero e miele utilizzati come dolcificanti

In generale, tutti i prodotti alimentari contenenti zuccheri quali glucosio e fruttosio e amido (dolci e gelati) sono potenzialmente pericolosi per la salute dello smalto se non adeguatamente rimossi.  

Come si possono limitare i danni ai denti legati all’assunzione dei “cibi pericolosi”?
  • Cibi e bevande acide e zuccherate, se consumate come parte di un pasto e non da sole, sono meno pericolose.
  • Importante è sempre lavarsi i denti, e, dopo aver consumato cibi dolci è importante attendere 20/30 minuti prima di spazzolare i denti perché questi tipi di alimenti indeboliscono lo smalto e andarli a spazzolare può accelerare l’usura dei denti.
  • La saliva ha un’azione antibatterica per cui è importante masticare bene i cibi per stimolare la produzione di saliva
  • Limitare gli spuntini ricchi di zuccheri e/o acidi
  • Utilizzare dentifrici al fluoro che può aiutare a riparare lo smalto e ridurre il rischio di carie ed erosione dello smalto.
  • Se si bevono bevande acide come vino, spremute o caffè evitare di tenerli in bocca per molto tempo e, se possibile, berli con una cannuccia: in questo modo si evita il più possibile il contatto con i denti.
  • Abbinare l’igene orale domiciliare con regolari sedute di pulizia professionale presso il tuo dentista di fiducia a Belluno
Ci sono cibi che rafforzano i denti?

Alcuni cibi sono ricchi di sostanze e vitamine che, abbinate a una corretta igiene orale domiciliare e professionale, contribuiscono a mantenere i denti sani e belli:

  • Carote e cibi solidi molto croccanti e contenenti acqua: richiedono un grande masticazione e il masticare stimola il flusso della saliva che aiuta a pulire la superficie dei denti.  
  • Sedano: è un filo interdentale naturale, una verdura ricca di acqua e filamenti che aiutano a pulire gli spazi tra dente e dente.
  • Mele: questo tipo di frutta riesce a “strofinare” via la placca dai denti e a rinfrescare l’alito
  • Formaggi e Yogurt con pochi grassi sono ricchi di calcio e fosforo in grado di proteggere lo smalto dei denti e a contribuire alla loro rimineralizzazione.
  • Latte e tuorli d’uovo sono fonti di calcio e vitamina D: fondamentali per rafforzare ossa e denti.
  • Carne, pesce e tofu: sono alimenti ricchi di fosforo, un minerale che protegge lo smalto dei denti.
  • Broccoli, Bok Choi e altre verdure a foglia verde scura: ottime fonti di vitamine e minerali.
Quali sono i principali danni ai denti e alla bocca provocati dal fumo?

La bocca è la porta d’ingresso del fumo e qui esso causa numerosi danni, spesso sottovalutati o addirittura sconosciuti, non risparmiando nessuna parte della bocca, dallo smalto dei denti ai materiali di otturazione, dalle gengive agli impianti dentari, dall’alito alla pelle del viso.

  • SMALTO: Formazione di macchie e colorazioni, dal colore giallo al marrone, sia su denti naturali che sui denti protesizzati e restaurati, sulle otturazioni estetiche. Aumento della formazione e del deposito di tartaro (placca batterica calcificata) sui denti. Le superfici dentarie, rese così ruvide, richiamano altra placca, provocando l’aumento di carie e infiammazioni gengivali. Il fumo aumenta il digrignamento notturno dei denti, favorendo l’usura delle superfici dentali. Questo fenomeno, oltre ad essere antiestetico, porta in superficie lo strato sottostante di dentina che tende a colorarsi più facilmente e in profondità. Anche fumare la pipa causa l’usura dei bordi dei denti frontali, per via del ripetuto traumatismo sui bordi degli incisivi.
  • GENGIVE: Il fumo di sigaretta diminuisce l’ossigeno presente nelle gengive. In un ambiente con poco ossigeno sopravvivono solo i batteri più aggressivi presenti nella placca, responsabili delle forme più gravi di parodontite, ancora definita impropriamente “piorrea”. I risultati sono aumento della mobilità dentaria, ritiro delle gengive e precoce perdita dei denti, che nei forti fumatori è ben 3 volte più probabile che nei non-fumatori.
  • IMPIANTI DENTARI: Il fumo di tabacco peggiora e rallenta la guarigione delle ferite in seguito a interventi di chirurgia orale. In particolare in implantologia l’abitudine al fumo aumenta da 2,3 a 5,8 volte il rischio di un insuccesso implantare e aumenta da 3,6 a 4,6 volte il rischio di ammalarsi di perimplantite rispetto ai non fumatori.
  • GUARIGIONE DELLE FERITE CHIRURGICHE: Il fumo di tabacco peggiora e rallenta la guarigione delle ferite in seguito a interventi di chirurgia. Il fumo oltre a influenzare negativamente la difese (immunoglobuline e cellule immunitarie) riduce la percentuale di ossigeno nel sangue e quindi la ridotta ossigenazione dei tessuti anche di quelli orali alterando i processi di guarigione. Le alveoliti post-estrattive (infezioni dell’osso dopo una estrazione dentaria) sono quattro volte più frequenti nei fumatori rispetto ai non fumatori.
  • ALITO: Il tabacco provoca una forte e sgradevole alitosi, avvertibile facilmente quando il paziente si siede sulla poltrona odontoiatrica. La costante preoccupazione dell’alito cattivo induce il fumatore ad eccedere nel consumo di mentine e chewing-gum, che aggravano le erosioni dello smalto a causa del loro contenuto in zucchero e/o acido citrico.
  • I NOSTRI BAMBINI: I bambini con gravi difetti congeniti, come la labio-palatoschisi, hanno madri che hanno fumato in gravidanza. I figli dei fumatori hanno una maggiore probabilità di sviluppare carie in età precoce e di digrignare i denti di notte.
  • MALATTIE DELLE MUCOSE: Leucoplachia: è una lesione caratterizzata da macchie bianche situate su guance e lingua, a volte accompagnata da zone rosse. E’ una lesione potenzialmente maligna e quindi va fatta assolutamente controllare dal proprio dentista.
  • TUMORE AL CAVO ORALE: E’ ormai noto che il tabacco in tutte le sue forme causa cancro orale. Oltre l’80 % circa di tutti i carcinomi orali è attribuibile all’uso di tabacco. Il cancro orale include quello del labbro, della lingua, della gengiva, delle mucose della bocca, dell’oro-faringe (parte iniziale della gola). Tale associazione fra cancro orale e tabacco è strettamente dipendente dalla dose, dalla durata dell’esposizione e dalla modalità di esposizione. Di contro, l’abbandono dell’utilizzo di tabacco si associa a una progressiva riduzione del rischio. L’associazione con il consumo di alcol aumenta considerevolmente il rischio. Anche il fumo passivo aumenta il rischio del 63%.